Compila il questionario

Ansia: cause, sintomi e conseguenze

9 Gennaio 2025

L’ansia 

L’ansia è definita come una reazione istintiva di difesa, un allarme proprio dell’istinto di conservazione, ma anche come uno stato di tensione emotiva cui spesso si accompagnano sintomi fisici come tremore, sudorazione, palpitazioni ed aumento della frequenza cardiaca. L’ansia è un’emozione che anticipa il pericolo e si accompagna ad un aumento della vigilanza ed all’instaurarsi di un complesso meccanismo fisiologico di allarme. L’ansia patologica si caratterizza come una risposta inappropriata a preoccupazioni esistenziali o relative all’ambiente e la cui conseguenza principale è rappresentata da un’alterazione delle normali capacità individuali. 

La sindrome ansiosa comprende sintomi di tipo psichico, somatico e comportamentale. Per quanto riguarda il quadro clinico, i pazienti affetti da questo disturbo appaiono cronicamente ansiosi ed apprensivi e lamentano un prolungato stato di preoccupazione per circostanze ordinarie della vita di tutti i giorni. In assenza di gravi, ma soprattutto realistiche motivazioni, riferiscono sentimenti di apprensione circa la salute e l’incolumità fisica dei familiari, la situazione finanziaria, le capacità di rendimento lavorativo o scolastico. Esemplificativa a questo proposito è la figura della madre che teme per il figlio, temporaneamente assente, ogniqualvolta avverte la sirena dell’autoambulanza o ad ogni squillo telefonico inatteso, pur essendo consapevole che non si trovi in quel momento in una situazione di pericolo reale. 

Si viene quindi ad instaurare un continuo stato di allarme ed ipervigilanza dovuto alla convinzione che certi eventi negativi abbiano la possibilità di verificarsi. 

La componente somatica associata è costituita da sintomi a carico del sistema neurovegetativo, tra i quali spiccano respiro affannoso, palpitazione, sudorazione, particolarmente al palmo della mano, secchezza delle fauci, sensazione di “nodo alla gola”, di “testa vuota e leggera”, vampate di caldo; frequenti sono i disturbi della serie gastroenterica: meteorismo, dispepsie, nausea e diarrea.

I sintomi legati ad una spiccata tensione muscolare, particolarmente al capo, al collo e al dorso, sono spesso responsabili dei dolori diffusi e delle cefalee localizzate in sede occipitale e frontale. 

Talvolta il coinvolgimento della sfera muscolare comporta invece tremore e/o contrazioni e irrigidimenti degli arti superiori. 

Lo stato di apprensione sostiene infine sintomi della sfera cognitiva (ridotta concentrazione, facile distraibilità, disturbi della memoria), e della vigilanza (irrequietezza, irritabilità, nervosismo, facilità a sussultare, stato di allarme). I disturbi del sonno si manifestano sotto forma di insonnia iniziale, centrale o di sonno interrotto da frequenti risvegli; l’insonnia può essere uno dei sintomi che conducono il paziente dal medico di famiglia e/o può indurre la complicanza dell’uso indiscriminato di ipnotici o ansiolitici in genere. 

La sintomatologia somatica con livelli di gravità attenuati viene dal paziente interpretata come una serie di malesseri fisici, isolati o ricorrenti. Generalmente tali sintomi motivano la richiesta dell’intervento medico, soprattutto quello del medico di base, e comportano l’esecuzione di esami di laboratorio e indagini radiologiche anche complesse, con ripercussioni sia sul piano sociale sia dei costi sanitari. Tuttavia, più che la convinzione di un male incurabile, il paziente con ansia generalizzata sosterrà di avere una malattia fisica, in opposizione ad un’origine psichica dei suoi disturbi, conferendo talvolta dignità di malattia ad elementi di ridotto significato clinico (ipotensione arteriosa, gastralgie, colon irritabile). 

Come riconoscere uno stato ansioso 

Facendo riferimento al DMS, la presenza di uno stato ansioso che necessita di trattamento terapeutico si riconosce per la presenza concomitante dei seguenti sintomi:

- ansia e preoccupazioni eccessive (attesa apprensiva) che si manifestano per la maggior parte dei giorni da almeno sei mesi, a riguardo di una quantità di eventi o di attività (come prestazioni lavorative o scolastiche); 

- difficoltà nel controllare la preoccupazione; 

- l’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o menomazione del funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti; - l’alterazione non è dovuta agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es., un abuso di droga, un farmaco) o di una condizione medica generale (per es., ipertiroidismo); - l’ansia e la preoccupazione sono associate con tre (o più) dei sei sintomi seguenti (con alcuni di essi presenti per la maggior parte dei giorni negli ultimi sei mesi): 1. irrequietezza, o sentirsi tesi o con i nervi a fior di pelle; 

2. facile affaticabilità; 

3. difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria; 

4. irritabilità; 

5. tensione muscolare; 

6. alterazioni del sonno (difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno, o sonno inquieto e insoddisfacente). 

Fattori di rischio 

Molti fattori di rischio preparano il terreno per lo sviluppo dei disturbi d’ansia in generale.  

- I modelli comportamentali dei disturbi d’ansia sono basati sulla teoria bifattoriale di Mowrer (lo sviluppo di un disturbo d’ansia avviene in due fasi: prima condizionamento classico, poi operante). L’estensione di questi modelli tiene conto del fatto che il condizionamento può essere prodotto per esposizione diretta del soggetto ad un certo evento, per osservazione di qualcun altro che sperimenta quell’evento (modeling) oppure a seguito di indicazioni verbali.

– Fattori genetici: alcuni geni possono aumentare il rischio per vari tipi di disturbi d’ansia mentre la presenza di altri geni può costituire un fattore di rischio per uno specifico disturbo. 

- Fattori neurobiologici: il circuito della paura tende ad attivarsi quando le persone sono in preda all’ansia o alla paura: questo circuito sembra essere coinvolto nei disturbi d’ansia. L’amigdala ha la funzione di assegnare agli stimoli il loro significato emozionale. Molti disturbi d’ansia si spiegherebbero con un’iperattività nel circuito cerebrale della paura. Anche alcuni neurotrasmettitori sembrano essere coinvolti nei disturbi d’ansia, i quali sembrano correlati ad un’ipoattività del sistema serotoninergico e con livelli più elevati di noradrenalina. Il GABA ha tra i suoi effetti quello di diminuire l’ansia, perciò la sua ipofunzionalità potrebbe contribuire alla genesi dell’ansia. 

Ad influenzare il rischio di sviluppare un disturbo d'ansia e la specifica sintomatologia sviluppata dal singolo soggetto contribuiscono, inoltre: 

− il genere: le donne hanno probabilità doppia rispetto agli uomini; 

− i fattori socioculturali: gli oggetti dell'ansia e della paura sono collegati all'ambiente e alle attitudini tipici della cultura in cui la sindrome si manifesta.  

Fattori cognitivi: 

convinzioni negative persistenti riguardo al futuro 

Questi pensieri persistono attraverso i comportamenti di salvaguardia messi in atto dagli individui, nella convinzione di proteggersi dalle conseguenze che temono; 

percezione della mancanza di controllo 

Le esperienze infantili, come eventi traumatici, uno stile genitoriale punitivo o oppressivo o avere subito abusi, possono promuovere nel bambino il convincimento che sia impossibile controllare il proprio ambiente e la propria vita.  

E i disturbi d'ansia spesso si sviluppano dopo eventi esistenziali drammatici, che mettono in discussione il senso di controllo dell'individuo sulla propria vita.

Sia esperienze passate che recenti di mancanza di controllo possono influenzare lo sviluppo o meno di un disturbo d'ansia. 

attenzione a potenziali minacce 

I disturbi d'ansia si associano a un’attenzione selettiva verso indizi minacciosi; questo orientamento dell'attenzione verso stimoli minacciosi è molto rapido e automatico, avviene prima ancora che il soggetto sia cosciente dello stimolo. Una volta che la loro attenzione è stata catturata, le persone che soffrono d'ansia hanno molta difficoltà a distogliere l'attenzione da quell’oggetto e tendono a restare concentrate su di esso (dot probe task). 

Un training per l'orientamento dell'attenzione verso informazioni positive “bias attentivo positivo” fa trarre benefici a coloro che prestano eccessiva attenzione ai potenziali minacce; questo tipo di training contribuisce a ridurre la risposta del cortisolo ai fattori di stress. 

Le conseguenze dell'ansia 

L’ansia patologica interferisce con l’abilità di una persona a condurre una vita quotidiana produttiva e soddisfacente. L’ansia, infatti, compromette in maniera significativa la normale routine della persona, il suo funzionamento lavorativo o scolastico, le attività e le relazioni sociali. Inoltre, inficia a lungo andare anche il tono dell’umore. Frequente è la presenza di un livello elevato di ansia in chi soffre di depressione. Oltre alla compromissione del benessere psicologico dell'individuo, come evidenziato in precedenza, diverse possono essere le manifestazioni somatiche del disturbo, causa di danni organici. Fattori psicologici infatti come ansia e depressione, possono influenzare anche il recupero in termini di persistenza del dolore fisico, amplificandone la percezione, rendendoci sensibili a stimoli che sarebbero innocui per le persone “normali”. 

Infine, con l'avvento delle tecniche di neuroimaging i ricercatori sono stati in grado di mostrare cambiamenti del funzionamento cerebrale conseguenti a esperienze emozionali traumatiche e alla terapia, evidenze importanti che dimostrano la connessione tra mente e corpo nei disturbi d'ansia. 

Bisogno di controllo e la relativa ansia associata 

Il bisogno di controllare tutto è guidato dalla paura. Molte persone si sentono spaventate e ansiose quando pensano a tutte le cose che sfuggono al loro controllo e a tutto ciò che potrebbe non andare per il verso giusto. Controllo e certezza ci danno un senso di sicurezza ed è dunque naturale la tendenza a voler controllare le cose, le emozioni e a volte le persone. Cercare di controllare le cose, essere rigidi, esigenti e perfezionisti diventa il nostro modo di affrontare la paura e l’ansia. Tutto ciò si ripercuote sul nostro corpo a livello psicosomatico su intestino, stomaco, schiena, bacino, spalle e collo creando rigidità muscolari che compromettono il funzionamento corporeo.

Dott.ssa Cristiana Sardelliti (psicologa)

Benvenuto in Adema.1
Compila il questionario, registrati gratuitamente, ricevi il risultato su ogni area e visualizza i professionisti suggeriti! Inizia subito il percorso su Adema.1
COMPILA IL QUESTIONARIO
Sei un Operatore? Collabora con noi!
Avvia il percorso di candidatura ad Adema.1
Il nostro Staff è composto da Operatori professionisti certificati.
guarda il video tutorial per gli operatori
INVIA LA TUA CANDIDATURA
AZIONE 1.3.6 DEL PR-FESR 2021-2027.APPROVAZIONE BANDO SOSTEGNO ALL'IMPRENDITORIA FEMMINILE
Carrello0
Non ci sono articoli nel carrello!
0
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram