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Mindfulness: ascolto del corpo e del respiro

20 Marzo 2025

Mindfulness viene definita da Jon Kabat-Zinn (il biologo molecolare creatore del programma Mindfulness MBSR per la riduzione dello stress e fondatore della Stress Reduction Clinic presso la University of Massachusetts Medical School) come la particolare consapevolezza che sorge dal portare attenzione intenzionalmente al momento presente in modalità non giudicante.

Come sta il mio corpo adesso? Ho qualche dolore, fastidio? Come sono seduto/a? Sono comodo/a? Sono rilassato/a? Sto provando un’emozione in particolare? Ho qualche pensiero insistente? Cosa c’è attorno a me adesso? Suoni particolari? Rumori particolari? Profumi?

Per essere “mindful”, consapevoli, occorre innanzitutto scegliere di dare attenzione al momento presente e “sentire” cosa sta accadendo in noi e attorno a noi: quali pensieri ci attraversano, quali emozioni, quali sensazioni fisiche, cercando di incontrarle per quanto possibile senza etichettarle come giuste o sbagliate, senza rifiutarle. E soprattutto accorgendosi che pensieri, sensazioni, emozioni, sono esperienze che viviamo, non ciò che siamo.

Se pensiamo alla modalità con cui normalmente ci poniamo rispetto agli eventi della vita, ci accorgiamo subito tuttavia della nostra naturale tendenza a rifiutare eventi indesiderati, a reagire agli stimoli esterni, quanto naturalmente siamo lontani dal momento presente perché persi nei pensieri del passato o nelle anticipazioni del futuro.

Le ricerche mostrano che:

  • Oltre il 90% del nostro tempo lo passiamo con il “pilota automatico”, ossia reagendo automaticamente agli eventi della vita
  • Il 95% dei pensieri che abbiamo nell’arco di una giornata, sono gli stessi del giorno precedente
  • Il 47% del tempo l’attenzione vaga lontano da ciò che stiamo facendo e, mentre vaga, tende a coltivare pensieri negativi
  • Meno di 1/3 delle persone sanno quale emozione stanno sperimentando in un determinato momento

Quest’ultimo punto dovrebbe fare riflettere anche più degli altri: se non so definire come mi sento, come posso fare scelte giuste per me?

La ricerca inoltre, raccogliendo dati in un significativo gruppo di persone, ha dimostrato che il vagare continuo dei pensieri contribuisce maggiormente ad una percezione di “infelicità”.

La nostra esperienza quotidiana ci mostra che vagare costantemente con i pensieri nel futuro o nel passato porta a sviluppare ansia o a rivivere emozioni spiacevoli, facendoci provare nuovamente sensazioni di malessere anche se l’evento ormai è passato e non si sta svolgendo nel presente.

É dunque di estrema importanza, per il nostro benessere, coltivare la capacità a restare nel momento presente, per quanto possibile.

Ed ecco che diviene importante la parola “intenzionalmente” della definizione: Mindfulness è una SCELTA, che si rinnova continuamente, con pazienza e amorevolezza.

Scelta di essere presenti alla propria vita mentre si svolge.

Non si tratta di “imparare a fare” qualcosa di “nuovo”, piuttosto di ritrovare in sé l’innata capacità ad essere consapevoli dell’esperienza che stiamo vivendo un attimo dopo l’altro.

In questo senso, Mindfulness è uno STATO dell’essere, non un “fare” qualcosa.

La capacità di essere presenti a noi stessi è già in noi, va solo riscoperta; non a caso la parola Mindfulness è fatta corrispondere alla parola SATI che in lingua Pali significa “Ricordo di sé”, inteso come incontrarsi nel momento presente, ricordarsi del fatto che siamo vivi e che stiamo vivendo un’esperienza per quanto piccola possa essere: bere un bicchiere d’acqua, accarezzare il gatto, parlare… E l’invito è di accostarci a questa esperienza con apertura e curiosità per cogliere qualche aspetto di noi e conoscerci meglio.

COME FARE?

Attraverso l’ascolto del corpo e del respiro, le uniche parti di noi che sempre sono nel presente, gradualmente si riduce la tendenza a seguire i pensieri nel passato o nel futuro, diviene più facile restare centrati in ciò che si sta facendo.

Si impara a riconoscere i propri stati d’animo, le proprie emozioni ed anche le modalità con cui vengono interpretati gli eventi, cercando per quanto possibile di rimuovere il giudizio; non si tratta di fare auto-analisi, ma semplicemente di riconoscere ciò che c’è in noi nel presente.

Non è possibile (né consigliabile) bloccare l’insorgere degli automatismi, dato che sono legati ai meccanismi di sopravvivenza, tuttavia, il fatto di portare ascolto a ciò che si sta vivendo mentre accade, fa sì che, in caso di eventi stressanti, la reazione sia meno intensa e l’organismo riesca più facilmente a recuperare il proprio equilibrio a posteriori.

La consapevolezza di ciò che si sta provando consente inoltre di scegliere: se un dato evento portava in precedenza ad una reazione sempre uguale e istantanea, ora diventa possibile scegliere un comportamento nuovo se lo si desidera; quella che nasce come reazione, diviene risposta allo stress.

Programma MBSR per Riduzione dello Stress

L’MBSR (Mindfulness-Based Stress Reduction), programma per la riduzione dello stress basato sulla Mindfulness, nasce ad opera del Dott. Jon Kabat-Zinn, biologo statunitense e fondatore nel 1979 della Clinica per la Riduzione dello Stress e successivamente del Center for Mindfulness in Medicine, Health Care and Society presso la University of Massachussetts Medical School.

Jon Kabat-Zinn, pur essendo uomo di scienza, era già all’epoca un praticante di meditazione e Hatha yoga ed ebbe l’idea di affiancare queste pratiche alle terapie mediche tradizionali.

Ed è così che l’MBSR è stato applicato inizialmente in un contesto clinico come “medicina partecipativa”, volto a educare i pazienti della Clinica per riduzione dello Stress a prendersi maggiormente cura di sé nell’attraversare i momenti delicati dell’esistenza.

L’approccio su cui si basa l’MBSR è quello della “mind-body medicine”, ossia tiene conto dell’interazione corpo-mente, di come il corpo possa influenzare la mente e viceversa, come la nostra esperienza di vita quotidiana ci mostra.

Le prime esperienze positive presso la Stress Reduction Clinic, ispirarono successivi studi scientifici e pubblicazioni; oggi abbiamo a disposizione oltre 40 anni di studi scientifici a dimostrare come il programma MBSR possa contribuire a sostenere pazienti affetti da diversi tipi di patologie e non solo.

Nel tempo infatti, il campo di applicazione si è esteso anche al di fuori dell’ambito clinico, rivolgendosi a persone non affette da patologie ma sofferenti dello stress dato dalla vita di tutti i giorni; il Center for Mindfulness stima che oltre 25.000 persone abbiano completato un percorso MBSR dal 1979 ad oggi.

BENEFICI

Tra i benefici che possono emergere ricordiamo:

  • Maggiore capacità di attraversare situazioni di stress e ansia
  • Maggiore capacità di incontrare le emozioni, riducendo la reattività
  • Educazione all’incontro e all’ascolto di sé e dell’altro
  • Migliore capacità di concentrazione e chiarezza mentale
  • Educazione al non giudizio
  • Educazione al respiro

A livello medico, alcune delle patologie per le quali gli studi hanno evidenziato possibili benefici sono:

  • Ansia
  • Depressione
  • Dolore Cronico
  • Fibromialgia
  • Disturbi gastrointestinali
  • Disturbi cardiaci
  • Malattie della pelle (es psoriasi)
  • Ipertensione
  • Disturbi del sonno
  • Stress

È fondamentale tuttavia ricordare che il programma MBSR non è in alcun modo una terapia, ma può essere affiancato alle eventuali terapie mediche in corso. Va anche ricordato che eventuali benefici possono manifestarsi solo accostandosi alla pratica con pazienza, giorno dopo giorno, secondo i suggerimenti forniti settimanalmente, poiché la pratica di mindfulness non è un atto magico, è piantare nuovi semi ed accudirli quotidianamente affinché crescano e possano portare frutti.

Elisabetta Forlani, operatrice olistica

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