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Reflusso gastroesofageo e laringofaringeo: cause e conseguenze

3 Luglio 2025

La malattia da reflusso gastroesofageo si verifica quando a causa dell’aumento della pressione intraddominale si modifica il tono dello sfintere esofageo inferiore con risalita del materiale gastrico e i succhi gastrici vengono in contatto con la parete dell’esofago e talvolta alle prime vie aeree in maniera indiretta. Il passaggio di acido dallo stomaco all’esofago avviene fisiologicamente durante la giornata, soprattutto dopo mangiato. Tuttavia, se questi eventi superano una determinata soglia, in termini di frequenza e durata, si verifica una vera e propria malattia. È una condizione che colpisce circa il 10- 20% della popolazione in Europa e nel 30-35% dei casi la malattia da reflusso gastroesofageo si complica con erosioni a livello dell’esofago ovvero quadro di esofagite, ulcere o restringimenti (3-5%), mentre nella maggior parte dei casi non determina lesioni.

l primi fattori di rischio sono il sovrappeso e l’obesità viscerale, ovvero l’aumento della circonferenza addominale all’altezza dello stomaco; altra comorbilità diretta sono i problemi cronici intestinali compresa la famosa sindrome da colon irritabile spesso correlabile e altalenante rispetto al problema gastrico. Altri fattori che possono causare il reflusso possono essere farmaci, ormoni, o la gravidanza per “schiacciamento” degli organi.

Farei qui differenza tra reflusso gastroesofageo e laringofaringeo: il primo si manifesta con bruciore allo stomaco, nausea, dolore retrosternale e rigurgito acido, il secondo può bypassare i sintomi tipici gastrici e colpire soprattutto le vie aeree superiori manifestando bruciore alla gola, tosse frequente, voce rauca o affaticata o muco persistente nelle vie aeree superiori non secondario a infezioni.

Entrambe le situazioni hanno alcuni denominatori comuni: tensione addominale, alimentazione veloce con ingestione di aria, coricarsi subito dopo il pasto, pasti copiosi, una dieta sregolata ricca di cibi acidi (passata di pomodoro, agrumi) o molto grassi, abuso di caffè e cioccolata.

La terapia principale per le due condizioni è dunque dieta, cambiamento dello stile di vita e alcune regole comportamentali mirate a ridurre la sintomatologia. Qualora il quadro avesse complicazioni più durature vengono consigliati dal gastroenterologo farmaci antiacidi, inibitori della pompa protonica e procinetici solitamente per un breve periodo. Anche l’attività sportiva ha un ruolo importante per correggere l’eventuale sovrappeso e molto più per agire sulla peristalsi quindi sullo svuotamento gastrico e sulla parte di eccitabilità neurovagale che può essere associata

La sinergia tra medico di medicina generale, gastroenterologo e dietista unita ad una buona educazione al movimento è indubbiamente la strategia migliore per la cura e la remissione del problema. La prevenzione resta correggere il sovrappeso o obesita’ esistente oltre ad una dieta equilibrata e povera di alimenti “reflussogeni” qualora ci fosse una predisposizione o nel momento in cui compaiono i primi sintomi.

Anna Ferrari, dietista clinica

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