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Anoressia e bulimia: nutrizione nei disturbi alimentari

8 Maggio 2025

L'anoressia e la bulimia (note anche come anoressia e bulimia nervosa) sono disturbi alimentari complessi che non solo influenzano il comportamento alimentare, ma coinvolgono anche aspetti psicologici, emotivi e fisici. Queste condizioni richiedono un approccio terapeutico integrato, che comprenda la gestione nutrizionale, psicologica e medica. In questo contesto, la nutrizione svolge un ruolo fondamentale, ma è necessario che venga gestita in modo coordinato con altri professionisti, come psicologi o psichiatri e medici.

L'anoressia è un disturbo alimentare caratterizzato da una restrizione estrema dell'assunzione di cibo, un'intensa paura di aumentare di peso accompagnate da una distorsione dell'immagine corporea. Le persone con anoressia spesso si vedono in sovrappeso, nonostante siano sottopeso. Questo comportamento alimentare auto-inflitto può portare a gravi carenze nutrizionali e danni fisici, tra cui osteoporosi, disfunzioni cardiovascolari e disidratazione.

La bulimia è caratterizzata da episodi ricorrenti di abbuffate (assunzione di grandi quantità di cibo in un breve periodo), seguiti da comportamenti compensatori, come il vomito autoindotto, l'uso eccessivo di lassativi o l'esercizio fisico estremo. A differenza dell'anoressia, le persone con bulimia, generalmente mantengono un peso corporeo che può essere normale o leggermente al di sopra della media. Tuttavia, il ciclo di abbuffate e seguenti restrizioni danneggia gravemente la salute fisica e mentale.

Nel caso dell'anoressia, il principale problema nutrizionale è la carente assunzione di calorie e la mancanza di nutrienti essenziali (proteine, vitamine, minerali, grassi sani). La denutrizione cronica può compromettere gravemente la funzione dei vari organi e sistemi del corpo, inclusi il cuore, i reni, le ossa e il sistema immunitario.

In questo caso, l’obiettivo principale del trattamento nutrizionale è ripristinare un peso corporeo che sia nella norma per l'età, il sesso e l'altezza del paziente. Ciò deve essere fatto gradualmente, per evitare complicazioni mediche.

La dieta deve essere completa e varia, includendo tutti i macro e micronutrienti. La reintroduzione del cibo deve avvenire con cautela per evitare il rischio di sindrome da refeeding, una condizione pericolosa associata all'equilibrio elettrolitico.

È inoltre necessario un controllo frequente per monitorare l’equilibrio nutrizionale e lo stato di salute generale.

Nel caso della bulimia, sebbene i pazienti possano avere una dieta di base che sembra equilibrata, l'uso di comportamenti compensatori come il vomito, l'uso di lassativi e l'esercizio fisico eccessivo interferiscono con l'assimilazione dei nutrienti e possono portare a carenze.

Inoltre, l'abbuffata stessa può portare a un eccesso di calorie, ma spesso non si traduce in un aumento di peso stabile a causa dei comportamenti compensatori.

In questo caso, il trattamento nutrizionale mira a promuovere abitudini alimentari regolari, senza episodi di abbuffate o restrizioni. È essenziale che i pasti siano distribuiti in modo equilibrato durante la giornata.

L’aspetto più importante sta nell’insegnare al paziente a riconoscere i segnali di fame e sazietà e promuovere una relazione sana con il cibo. L’ascolto nei confronti del paziente sarà quindi fondamentale.

Come sottolineato all’inizio, un trattamento efficace dell'anoressia e della bulimia richiede un approccio integrato, che coinvolga diversi professionisti della salute. La nutrizione gioca un ruolo chiave nel recupero da questi disturbi, ma è fondamentale che il trattamento non si limiti solo alla componente nutrizionale. Il recupero implica la normalizzazione del comportamento alimentare e la ristabilizzazione dell'equilibrio psicologico del paziente. Un approccio nutrizionale mirato aiuterà non solo a recuperare un peso sano, ma anche a prevenire le ricadute, sostenendo i pazienti a sviluppare una relazione equilibrata e sana con il cibo.

Solo un lavoro coordinato tra nutrizionisti, psicologi, psichiatri e medici può portare a una guarigione duratura, migliorando la qualità della vita dei pazienti e prevenendo complicazioni gravi.

Marta Bertolo, biologa nutrizionista

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