La sindrome metabolica è una condizione clinica caratterizzata dalla presenza di più fattori di rischio che aumentano il rischio di sviluppare patologie croniche. I criteri diagnostici includono la presenza contemporanea di almeno 3 dei seguenti 5 fattori: obesità addominale o circonferenza vita superiore a 88 cm per le donne e 102 per gli uomini, l’ipertensione, l’aumento dei livelli di glucosio nel sangue, i trigliceridi alti e il colesterolo HDL basso. È una sindrome in aumento anche in Italia, dove si stima che coinvolga circa il 25-30% della popolazione adulta, con una prevalenza maggiore nelle persone sopra i 50 anni. Questo dato preoccupa perché la sindrome metabolica rappresenta un rilevante problema di salute pubblica, contribuendo in modo significativo alla mortalità legata a malattie croniche, in particolare cardiovascolari ed oncologiche.
Le cause della sindrome metabolica sono molteplici e complesse, includendo fattori genetici, alimentari, sedentarietà e stress. Negli ultimi anni, però, sta emergendo sempre più chiaramente il ruolo cruciale del microbiota intestinale, l’insieme di miliardi di batteri che popolano il nostro intestino. Studi recenti hanno dimostrato che la disbiosi, ovvero un'alterazione della composizione del microbiota, è strettamente associata allo sviluppo della sindrome metabolica. In particolare, una flora intestinale sbilanciata può portare a una condizione chiamata endotossiemia metabolica, in cui frammenti batterici (come i lipopolisaccaridi) passano dalla barriera intestinale nel flusso sanguigno, attivando risposte infiammatorie croniche e contribuendo all’insulino-resistenza, all’accumulo di grasso e all'infiammazione sistemica, elementi cardine della sindrome metabolica.
Queste scoperte aprono nuove prospettive per il trattamento e la prevenzione della sindrome metabolica. La possibilità di analizzare il microbiota in modo dettagliato consente di identificare specifici squilibri e intervenire con precisione. Accanto alle modifiche dietetiche personalizzate, si stanno sviluppando interventi di nutraceutica di precisione, come prebiotici, probiotici e altri composti bioattivi, in grado di ripristinare l’equilibrio del microbiota e, di conseguenza, migliorare lo stato metabolico. Questi approcci innovativi offrono nuove speranze per contrastare la sindrome metabolica e migliorare la salute della popolazione.
Giovanni Buonsanti, biologo nutrizionista