Le diverse tipologie di diete chetogeniche sono accomunate dal fatto di:
La soglia di carboidrati da introdurre giornalmente è fissata a <50g/die, anche se questa soglia è soggetta a variabilità individuale.
Chetoacidosi metabolica
La dieta chetogenica non induce la condizione di chetoacidosi metabolica (o più correttamente chetoacidosi diabetica), in cui la sintesi dei corpi chetonici è talmente elevata da determinarne un accumulo a livello plasmatico, causando quindi l’acidosi metabolica, potenzialmente fatale. Nel soggetto sano non c’è questo rischio quando viene indotta la chetosi attraverso la restrizione glucidica, poiché la concentrazione di corpi chetonici non sarà superiore a 7-8 mM/L (soglia ben lontana dalla chetoacidosi diabetica dove si superano i 25mM/L).
La chetoacidosi diabetica si viene a determinare nel soggetto affetto da DMT1, in cui manca la regolazione insulinica.
Il cervello funziona anche senza introduzione di glucosio
Non è corretto dire che il cervello riesce a funzionare solo se viene assunto glucosio, altrimenti anche una condizione di digiuno prolungato comprometterebbe il suo funzionamento.
In condizioni di dieta non chetogenica il cervello utilizza il glucosio in modo preferenziale, quando invece viene indotta la chetosi, i corpi chetonici diventeranno il carburante preferenziale. Una piccola quota di glucosio continuerà ad essere prodotta (tramite gluconeogenesi) ed utilizzata.
La chetogenica è superiore ad altre diete in termini di perdita di peso?
La risposta è no. Ha soltanto un grandissimo vantaggio: quello di inibire l’appetito, e in modo molto più efficace rispetto all’introduzione esogena di chetoni. Questo meccanismo è dovuto all’azione probabile sulla grelina e sul GLP-1.
Si riesce quindi a seguire una dieta a bassissimo contenuto calorico (nella VLCKD siamo sulle 800kcal/die) senza soffrire eccessivamente la fame.
La chetogenica va bene per tutti?
Assolutamente no. Ed è il motivo per il quale non si deve MAI intraprendere un percorso di dieta chetonica scaricata da qualche sito, ricevuta da un amico, copiata da un social.
Le maggiori controindicazioni riguardano patologie cardiache, gravidanza, allattamento, età superiore a 70 anni, DCA, terapia con diuretici che eliminano potassio e altre.
La chetogenica si può fare solo con i prodotti confezionati?
Assolutamente no. La chetogenica si può seguire tranquillamente anche mangiando alimenti “veri”, con diverse restrizioni e accortezze.
Resta l’obbligo di assumere alcuni integratori specifici, tra i quali il multivitaminico, l’integratore di magnesio e potassio, l’integratore volto a prevenire la stipsi.
Cosa posso mangiare in chetogenica?
Sono ammessi alimenti che contengono prevalentemente proteine e lipidi, in quantità e contenuto di grassi variabile, soprattutto in funzione della tipologia di dieta chetogenica.
Sono quindi ammesse le carni, il pesce, gli oli, le uova, i formaggi, le spezie e le erbe aromatiche, le verdure di colore bianco e verde.
Yogurt e latte, frutta a guscio, semi oleosi, tè, caffè vanno modulati nell’assunzione. Vengono esclusi i legumi, i cereali, la frutta (fatta eccezione per eventuali, piccolissime, grammature di frutti di bosco), le bevande zuccherate.
La chetosi
La chetosi si instaura circa al terzo giorno di dieta. Si può monitorare tramite i chetoni urinari, i chetoni plasmatici, i chetoni nel respiro. Il test sicuramente più diffuso è quello sui chetoni urinari, dato che si tratta di un test rapido e poco costoso. È bene però tener presente che l’esito del test dipende dalla concentrazione dei corpi chetonici nelle urine, e quindi a quanta acqua ho assunto prima di fare il test. Per questo è in genere raccomandato effettuarlo al mattino, appena svegli.
La chetosi va, in ultimo, distinta dall’adattamento chetogenico, quindi dallo shift metabolico da quello glucidico a quello lipidico, per il quale occorrono circa 14 giorni.
Cosa sapere e fare prima di intraprendere una chetogenica
È necessario interfacciarsi con un professionista della nutrizione e col proprio medico. È bene programmare la dieta chetogenica, in modo tale da avere la serenità di poter affrontare il percorso senza interruzioni.
È, inoltre, fondamentale sapere che la chetogenica volta al dimagrimento è un mezzo per arrivare all’obiettivo, che non deve escludere il raggiungimento di un’alimentazione varia ed equilibrata a fine percorso. La fase I (la chetogenica vera e propria) è seguita dalla fase II, quindi da una graduale reintroduzione dei carboidrati, che porterà a seguire l’alimentazione più consona e adatta alla persona, e che sia il più ampia e varia possibile.
Perdere peso può diventare, con la giusta costanza e motivazione, relativamente semplice. Ma la sfida più grande è poi mantenere il risultato, acquisire un equilibrio sano e non lasciarsi andare, perché tanto poi al limite ci si mette a dieta di nuovo.
Dott.ssa Laura Kerer (biologa nutrizionista)