La chirurgia bariatrica comprende tutti quegli interventi chirurgici mirati alla riduzione del peso in chi soffre di obesità e alla cura delle malattie a essa associate.
La chirurgia bariatrica procura in media un calo ponderale del 70% dei chili in eccesso, ma il calo può variare in relazione all’età, alla statura, al genere e alla storia clinica del paziente.
Gli interventi bariatrici validati a livello internazionale sono quattro:
La sleeve gastrectomy comporta una resezione verticale di una parte significativa dello stomaco. Riduce il senso di fame e aumenta la sensazione di sazietà: le persone operate perdono peso perché mangiano poco, ma lo fanno spontaneamente, senza fatica. Nel lungo termine è una procedura molto ben tollerata.
Il bypass gastrico è un intervento praticato da ormai più di 50 anni. Si perde peso anche in questo caso per ridotta fame e aumentata sazietà, è associata però anche una componente di ridotto assorbimento intestinale. Il bypass gastrico trova particolare indicazione in caso di diabete tipo 2 in stadio avanzato e in caso di severo reflusso gastroesofageo.
Per quanto riguarda gli interventi ormai meno comuni, il bendaggio gastrico comporta la collocazione di un anello di silicone intorno alla parte alta dello stomaco. È un intervento a rischio minore, ma la sua poca efficacia, insieme all’alta percentuale di secondi interventi (per fallimento o per effetti collaterali) lo fanno apprezzare poco sia dai pazienti che dai chirurghi.
La diversione biliopancreatica, per contro, è un intervento particolarmente efficace ma altresì complesso e presenta un alto rischio di effetti collaterali. Per questo, nonostante venga praticato dal 1976, si riserva solamente a casi molto particolari, valutati attentamente dallo specialista.
Ma cosa si mangia dopo un intervento bariatrico? Di fondamentale importanza è insegnare al paziente come scegliere il cibo e quale consistenza deve avere. Le linee guida raccomandano un passaggio graduale da cibi liquidi a quelli frullati e infine a quelli solidi.
In particolare, si consiglia per i primi giorni dopo l’intervento una dieta liquida: acqua, thè deteinato, camomilla, caffè d’orzo.
Poi si potranno introdurre omogeneizzati di carne e pesce, pastina micron, frullati di frutta, centrifugati con verdure, yogurt magro senza pezzi di frutta, biscotti secchi sciolti, latte scremato e integratori dietetici. Questa dieta semiliquida dovrà essere seguita per circa un mese.
Si consiglia di non bere durante i pasti e nell’ora successiva per non riempire rapidamente la tasca gastrica.
La dieta semisolida dovrà essere introdotta sempre per gradi: fette biscottate, spremute, pasta di piccole dimensioni, riso, olio per condire, uova, affettati magri tagliati fini, pesce lesso, legumi.
Progressivamente si potranno introdurre cibi più solidi come frutta, pane, crackers. La raccomandazione è quella di tagliare il cibo in pezzi piccoli e masticare attentamente.
In queste fasi post-intervento si consiglia di ingerire cibi e bevande sempre a temperatura tiepida per non infiammare lo stomaco.
Evitare bibite gassate, alcolici e bevande zuccherate. Evitare i cibi difficilmente digeribili e prediligere un metodo di cottura più leggero. Ciascun pasto dovrebbe durare circa 20-30 minuti per cui bisogna mangiare lentamente. I pasti giornalieri potranno essere da 5 a 8 per non lasciare lo stomaco vuoto a lungo.
Chiedere sempre prima al medico o al proprio nutrizionista specializzato per avere la certezza di poter consumare alcuni cibi.
Inoltre, Insieme al proprio nutrizionista si potrà poi stabilire un piano alimentare individuale che comprende generalmente 30% lipidi, 45% carboidrati, 25% proteine.
Maria Giovanna Di Vita, biologa nutrizionista